Monte Petrella Climbing notes shared by Mountain-Forecast users
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(NOTE: Texts may be edited by our content team for the purposes of ensuring accurate and relevant information)
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July 04, 2010
Paolo Miele from Italy
M.Petrella è la meta di una facile escursione sulla vetta più alta del gruppo montuoso dei Monti Aurunci.
La vetta può essere raggiunta sia dal paese di Spigno Saturnia che dalla città di Formia. Il percorso che si sviluppa lungo il versante sud occidentale è il più suggestivo.
Si parte da Formia e si raggiunge il paese di Maranola, posto sulla collina alle sue spalle. Da quì si segue l'unica strada che sale in montagna (percorribile in auto). Raggiunto l'unico evidente bivio (ci sono cinque strade che si dipartono da questo punto)lungo questa strada, si prende a destra fino a raggiungere un rifugio (sempre chiuso), il rifugio di Pornito, dove si parcheggia l'auto sotto un albero. Da quì inizia un facile sentiero (il sentiero storico di S. Michele)prima in debole pendenza poi via via più ripido ma sempre ben marcato. Il sentiero ci porterà su un pianoro carsico a quota 1000 m circa. Prima dell'ultimo tornante, sulla sinistra orografica (quindi la destra salendo)incastonata nella parete calcarea, è visibile la facciata dell'antica chiesa di S. Michele Arcangelo, periodicamente meta di pellegrinaggio. In cima al sentiero, dove la pendenza si riduce finalmente a zero in corrispondenza dei pianori, è possibile fare una breve deviazione e raggiungere la vetta (piuttosto evidente) del "Redentore" (si chiama così per la statua del Cristo che la sovrasta)a 1252 m s.l.m. oppure proseguire. Proseguendo si segue un sentiero ben evidente che, attraversando prima i pianori poi una faggeta,sbuca sulla larga carrareccia che seguiremo verso monte fino a raggiungerne la fine. Questo punto è ben riconoscibile per la presenza di uno slargo ed un piccolo rifugio in stato di abbandono.Siamo in un posto che si chiama "Canale". Quì c'è una sorgente (non sempre c'è acqua durante la stagione estiva avanzata). Partendo dal rifugio abbandonato si procede verso la sinistra orografica dove una traccia di sentiero si sviluppa all'interno della faggeta risalendola fino a portarci sul ciglio delle pareti rocciose di M. S. Angelo, da dove il panorama è superbo. Da quì si gode di una visuale che spazia dal Vesuvio alle isole Ponziane. Da questo punto, con il bel tempo, dovrebbe già vedersi l'antenna del ripetitore che sta sulla vetta di M. Petrella. In ogni caso da quì non esiste un sentiero che porta in cima ma piuttosto le tracce degli animali al pascolo. In ogni caso si segue il filo di una cresta piuttosto arrotondata e brulla, uscendo dalla faggeta e proseguendo verso NE. Durante il percorso si rientra nella faggeta uscendone infine solo per poter percorrere i pendii finali che portano in vetta. In effetti tra M. S.Angelo e la vetta il percorso è poco evidente e si procede un pò "a naso". Si consiglia quindi una buona carta topografica o, meglio,di farsi accompagnare da qualcuno che conosce bene il posto. Del resto i segnavia bianchi e rossi che partono dalla sorgente di "Canale" e che conducono verso la vetta andando nella direzione opposta, purtroppo inducono facilmente in errore chi non conosce già il posto e comunque l'escursione lungo la via "segnata" è decisamente meno suggestiva.
La via del ritorno può essere identica a quella seguita all'andata, oppure può svilupparsi seguendo un anello (anche in questo caso il percorso non è segnato o è mal segnato e si rischia davvero di perdersi nei boschi) che passa per un posto ricco di leggenda e magia che si chiama "fossa Juanna" (si dice che in questa radura nella faggeta fosse stata messa al rogo una strega).
Il percorso non è tecnicamente impegnativo (capacità di orienteeng a parte)e, se ben allenati, mediamente faticoso. E' possibile l'incontro con il solito branco di cinghiali (e sono state segnalate presenze di lupi: io ne ho visto le tracce ma non ho mai avuto il piacere di un incontro)ed i panorami sono davvero superbi. Il posto è ricco di richiami alla storia ed alle leggende del posto. Insomma una escursione decisamente da provare.
(NOTE: Texts may be edited by our content team for the purposes of ensuring accurate and relevant information)
Paolo Miele from Italy
M.Petrella è la meta di una facile escursione sulla vetta più alta del gruppo montuoso dei Monti Aurunci.
La vetta può essere raggiunta sia dal paese di Spigno Saturnia che dalla città di Formia. Il percorso che si sviluppa lungo il versante sud occidentale è il più suggestivo.
Si parte da Formia e si raggiunge il paese di Maranola, posto sulla collina alle sue spalle. Da quì si segue l'unica strada che sale in montagna (percorribile in auto). Raggiunto l'unico evidente bivio (ci sono cinque strade che si dipartono da questo punto)lungo questa strada, si prende a destra fino a raggiungere un rifugio (sempre chiuso), il rifugio di Pornito, dove si parcheggia l'auto sotto un albero. Da quì inizia un facile sentiero (il sentiero storico di S. Michele)prima in debole pendenza poi via via più ripido ma sempre ben marcato. Il sentiero ci porterà su un pianoro carsico a quota 1000 m circa. Prima dell'ultimo tornante, sulla sinistra orografica (quindi la destra salendo)incastonata nella parete calcarea, è visibile la facciata dell'antica chiesa di S. Michele Arcangelo, periodicamente meta di pellegrinaggio. In cima al sentiero, dove la pendenza si riduce finalmente a zero in corrispondenza dei pianori, è possibile fare una breve deviazione e raggiungere la vetta (piuttosto evidente) del "Redentore" (si chiama così per la statua del Cristo che la sovrasta)a 1252 m s.l.m. oppure proseguire. Proseguendo si segue un sentiero ben evidente che, attraversando prima i pianori poi una faggeta,sbuca sulla larga carrareccia che seguiremo verso monte fino a raggiungerne la fine. Questo punto è ben riconoscibile per la presenza di uno slargo ed un piccolo rifugio in stato di abbandono.Siamo in un posto che si chiama "Canale". Quì c'è una sorgente (non sempre c'è acqua durante la stagione estiva avanzata). Partendo dal rifugio abbandonato si procede verso la sinistra orografica dove una traccia di sentiero si sviluppa all'interno della faggeta risalendola fino a portarci sul ciglio delle pareti rocciose di M. S. Angelo, da dove il panorama è superbo. Da quì si gode di una visuale che spazia dal Vesuvio alle isole Ponziane. Da questo punto, con il bel tempo, dovrebbe già vedersi l'antenna del ripetitore che sta sulla vetta di M. Petrella. In ogni caso da quì non esiste un sentiero che porta in cima ma piuttosto le tracce degli animali al pascolo. In ogni caso si segue il filo di una cresta piuttosto arrotondata e brulla, uscendo dalla faggeta e proseguendo verso NE. Durante il percorso si rientra nella faggeta uscendone infine solo per poter percorrere i pendii finali che portano in vetta. In effetti tra M. S.Angelo e la vetta il percorso è poco evidente e si procede un pò "a naso". Si consiglia quindi una buona carta topografica o, meglio,di farsi accompagnare da qualcuno che conosce bene il posto. Del resto i segnavia bianchi e rossi che partono dalla sorgente di "Canale" e che conducono verso la vetta andando nella direzione opposta, purtroppo inducono facilmente in errore chi non conosce già il posto e comunque l'escursione lungo la via "segnata" è decisamente meno suggestiva.
La via del ritorno può essere identica a quella seguita all'andata, oppure può svilupparsi seguendo un anello (anche in questo caso il percorso non è segnato o è mal segnato e si rischia davvero di perdersi nei boschi) che passa per un posto ricco di leggenda e magia che si chiama "fossa Juanna" (si dice che in questa radura nella faggeta fosse stata messa al rogo una strega).
Il percorso non è tecnicamente impegnativo (capacità di orienteeng a parte)e, se ben allenati, mediamente faticoso. E' possibile l'incontro con il solito branco di cinghiali (e sono state segnalate presenze di lupi: io ne ho visto le tracce ma non ho mai avuto il piacere di un incontro)ed i panorami sono davvero superbi. Il posto è ricco di richiami alla storia ed alle leggende del posto. Insomma una escursione decisamente da provare.